giovedì 31 luglio 2008

MOZIONE VENDOLA DIVENTA AREA, ASSEMBLEA IL 27 SETTEMBRE

La mozione 2 del Prc, di cui il primo firmatario era Nichi Vendola, riunitasi oggi per trarre un bilancio del congresso di Chianciano, ha deciso di dare immeditamente vita a un'area politica, culturale e programmatica che assumera' il nome di 'Rifondazione per la sinistra'". Lo comunica una nota, in cui si spiega: "Obiettivo dell'area che abbiamo costituito e' avviare subito un'iniziativa politica a tutto campo con l'obiettivo, in stretta coerenza con la nostra battaglia congressuale, di ricostruire la sinistra, rinnovarne la cultura e rilanciarne il ruolo di opposizione sociale e politica. Per la natura stessa dei suoi obiettivi, questa area non puo' essere ridotta solo a corrente interna al Prc. Intendiamo infatti praticare da subito forme di collaborazione e dialogo con tutte le forze sociale e politiche intenzionate, come noi, a ricostruire la sinistra. Per questo convocheremo per il 27 settembre un'assemblea nazionale di tutta l'area, alla quale inviteremo a partecipare tutti i soggetti politici, sociali e culturali pronti a impegnarsi per restituire alla Sinistra e al conflitto sociale una presenza forte in Italia e in Europa. L'assemblea del 27 sara' preceduta da un'intensa campagna di moblitazione in ogni citta' e tutte le federazioni del Prc, nella quale spiegheremo a tutti i compagni la natura e lo scopo della nostra iniziativa. A scanso di equivoci, e' necessario ribadire che non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare il Prc, di cui incarniamo la migliore tradizione innovativa, e che consideriamo indispensabile ai fini della ricostruzione della Sinistra.

lunedì 28 luglio 2008

Rifondazione per la Sinistra

bozza non corretta
In Italia c’è un grande bisogno di opposizione. Il governo Berlusconi sta dando vita, attraverso ogni suo quotidiano atto, ad una forma di “regime leggero”, ottenuto dall’impasto tra politiche populiste, liberiste ed autoritarie.
Oggi è in atto un attacco alle condizioni di vita di milioni di donne e di uomini, ai diritti dei lavoratori (a partire dal contratto collettivo di lavoro), all’uso sistematico della dichiarazione di emergenza contro i migranti, i rom, le lotte ambientaliste.
C’è bisogno di opposizione, ma essa manca poiché non c’è una sinistra capace di darle vita. L’attuale opposizione presente in Parlamento non è in grado di esercitare una azione efficace, o perché essa è muta socialmente (come nel caso giustizialista dell’Italia dei Valori) o perché non ha i fondamenti necessari per costituirsi come opposizione sociale nel paese. È il caso del Pd, nato esclusivamente in funzione del governo e quindi incapace di agire l’opposizione come terreno della rilegittimazione della politica di massa.Il compito di Rifondazione Comunista è quello di contribuire a ricostruire l’opposizione nel paese. Vanno riprese le lotte e il conflitto sociale, la tessitura di relazioni e l’individuazione di un progetto di alternativa di società. Va rigenerata la sinistra di questo paese, in un processo di ricostruzione paziente che è fatto di reinsediamento sui territori, di alleanze con soggetti sociali organizzati, di inclusione e partecipazione di donne e uomini che sentono l’urgenza e la necessità dell’azione di una nuova sinistra in Italia.
Bisogna costruire una vasta e ricca mobilitazione permanente, una opposizione plurale, civile e sociale, alle destre. È il primo compito di Rifondazione, anche nella contesa con il Pd, dentro il suo insediamento elettorale, tra il nostro popolo.
Le stesse elezioni europee non possono essere un banale terreno di rivincita, ma la prosecuzione delle lotte della sinistra continentale nel nostro paese, che deve raccogliere e capitalizzare l’opposizione al modello europeo che si è venuto costruendo, quello delle banche e delle tecnocrazie. Il nostro è e rimarrà un europeismo popolare e di sinistra. Per questo ribadiamo la nostra adozione del programma comune che, per la prima volta, rappresenterà l’intero Partito della Sinistra europea nella prossima competizione elettorale.
Per questo motivo Rifondazione comunista ribadisce l’impegno a presentarsi autonomamente con il proprio simbolo e con il programma della Sinistra europea, impegnandosi a riformare nel prossimo Parlamento europeo il Gruppo della sinistra unitaria (Gue-Ngl).
Bisogna tornare nella società, non fuggendo dalla politica, anzi criticando in radice qualunque sciagurata ipotesi di autonomia del sociale e di autonomia del politico. Il politicismo è una prigione. Ma l’esodo dalla politica è la rinuncia al cambiamento.
In questo quadro è indispensabile il ruolo, autonomo e combattivo, delle forze sindacali. Contro il sindacato, inteso come struttura basilare della coalizione dei lavoratori, si sono mosse pesantissime azioni di delegittimazione da parte del Governo e di Confindustria. Tante sono, tuttavia, le responsabilità oggettive e soggettive di tale indebolimento. Va ricostruita la sinistra, anche perché senza di essa, senza la sua azione politica e sociale, la stessa azione del sindacato ne viene indebolita. Oggi, più di ieri, ci sarebbero tutte le ragioni per l’indizione di uno sciopero generale: dalla catena di omicidi bianchi sul lavoro alla politica antisociale del governo. Le condizioni affinché lo sciopero generale ci sia vanno costruite da molti attori sociali e politici, noi tra questi. A tal fine consideriamo fondamentale la ripresa di un’iniziativa che rafforzi la sinistra sindacale, per l’opposizione e per la battaglia contro le politiche concertative di questi anni. Le forze sindacali, autonome ed indipendenti dai partiti e dalle forze padronali e di governo, partecipano in maniera decisiva alla ricostruzione di campo più ampio ed efficace della sinistra.
Ma la sinistra è un progetto innanzitutto di popolo. Di un popolo che può e deve trovare voce e rappresentanza nella società italiana. Esso si è, nel corso degli anni, organizzato in molte forme, dalle associazioni al volontariato, fino alle forme di autorganizzazione di lotte sociali ed ambientali. Tale esperienze, molto ricche e feconde, sono una base di un possibile ripopolamento di un tessuto democratico logorato dall’egemonia del pensiero e delle idee della destra.
Occorre una opposizione capillare fatta di mobilitazioni molteplici, capillari, decentrate e democratiche, fino a prevedere mobilitazioni generali che impegnino il partito a farsene interprete e protagonista, insieme a associazioni, forze politiche, movimenti e singoli individui che non si rassegnano alla condizione presente.
La nostra piattaforma è quella che lotta per i diritti sociali e quelli civili, per le libertà e le garanzie, per la difesa della Costituzione repubblicana e per una nuova idea di “beni comuni”, per la pace e per la giustizia sociale in ogni parte del mondo (a partire dalla organizzazione delle prossime mobilitazioni contro il G8 del 2009 in Italia e dall’impegno contro la Nato e per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan).
Difesadel contrato collettivo nazionale, aumento del potere d’acquisto dei salari, salario sociale, politiche contro la disoccupazione e la precarietà, iniziative per una politica di rilancio del Mezzogiorno, estensione e promozione del welfare pubblico, piani per l’edilizia popolare, rilancio della scuola e dell’università pubbliche, diritti rivendicati dai movimenti lgbtq contro la discriminazione e per una nuova cittadinanza, difesa intransigente dei diritti di cittadinanza dei migranti, politiche ambientali (a partire dal no alla Tav e all’energia nucleare). Sono solo alcuni dei nostri obiettivi prioritari in questo contesto. L’alternativa di società è per noi sempre più indispensabile.Dalla sconfitta per ricostruire
Rifondazione comunista è oggi di fronte al compito più difficile dalla sua nascita. La sconfitta del 13 e 14 aprile è stata di dimensioni storiche. Una sconfitta prevedibile, ma non scontata. Nelle elezioni scorse la vittoria delle destre è apparsa come l’esondazione di un’acqua scura lungamente accumulata negli anni. La destra ha vinto nella società, prima ancora che nella politica. Noi siamo chiamati ad una ricollocazione strategica.
Gli anni dell’esperienza del governo dell’Unione sono risultati fallimentari. Non abbiamo inteso quanto fosse improba la nostra richiesta di rendere “permeabile” il governo dall’azione dei movimenti sociali. Non siamo stati all’altezza di padroneggiare la congiuntura e chiederci il perché del governo, oltre ad essere stati del tutto inefficaci nell’azione concreta del come governare. La concreta forma del Pd ci fa dire che è impossibile un accordo organico per il governo del paese. E’ quindi sbagliata la proposta della costruzione di un nuovo centrosinistra. Va fatto un bilancio senza sconti alla concreta evoluzione di quel progetto ed della compatibilità nostra con esso.
Il nostro rapporto con il Pd non può che partire dall’autonomia progettuale e politica del nostro partito ed è indispensabile proporsi ad esso in alternativa rispetto al suo progetto strategico. In ogni caso, data la nostra presenza in tante esperienze di governo locale (che vanno governate in primo luogo dalle decisioni dei livelli territoriali corrispondenti) ed in vista delle prossime competizioni amministrative, va tratto un giudizio da tali esperienze per il futuro, che costituisca la base per un rilancio della nostra efficacia dentro le istituzioni a tutti i livelli. Tracciare un bilancio politico amministrativo ci serve per dispiegare a pieno la nostra forza politica, facendo della critica alle politiche liberiste e della questione morale i nostri pilastri fondamentali. In questo nuovo quadro l’azione a livello locale deve poter essere occasione per creare spazi di controtendenza, senza cedere a logiche di generalizzazione di giudizi o di autoesclusioni. Ma è indubbiamente necessario che le differenze culturali e programmatiche si manifestino in modo chiaro e percettibile.
Il nostro rapporto con le altre forze organizzate della sinistra non può che partire dal bilancio sull’esperienza della Sinistra,l’arcobaleno. Essa è stata un fallimento e riteniamo non più riproducibile quel modello di cartello elettorale. Tuttavia è nostro interesse rilanciare forme di collaborazione nel quadro più ampio della sinistra, declinando però l’invito che ci è stato fatto dal congresso del Pdci di unificare le sole forze che si definiscono comuniste nel paese.
Dal fallimento del governo e della sinistra,l’arcobaleno dobbiamo estrarre la necessaria lezione per impedire che anche l’opposizione fallisca.
Il congresso, una tappa della rifondazione
Nel nostro congresso si sono confrontate posizioni politiche alternative fra loro, delle quali una ha conseguito l’ampia maggioranza relativa dei voti. Nessuna delle proposte politiche registrate nel dibattito congressuale, la costituente di sinistra, la federazione delle sinistre, il partito sociale, l’unità dei comunisti, la svolta operaia hanno conseguito la maggioranza assoluta dei consensi. Resta dunque aperto il campo della ricerca politica, che noi collochiamo nel quadro della ricostruzione e rigenerazione della sinistra.
Tale ricerca deve tener conto di una situazione mutata rispetto alla fase di apertura del dibattito congressuale. Il dibattito congressuale è stato aspro e teso, ma assai partecipato. Esso, in ogni caso, ci consegna materiali per una possibile ricostruzione unitaria del partito che poggi su basi politiche solide e di prospettiva e non sulla sommatoria indistinta di culture politiche e progetti strategici divaricati e tenuti insieme solo da una negazione, la negazione della storia stessa delle trasformazioni e delle innovazioni di Rifondazione comunista. Nella nostra storia è stata sempre la politica a guidare i nostri passi, non la gestione. Chi si prende la responsabilità di spaccare il partito in maniera dolorosa, lo fa contro gli interessi della nostra intera comunità politica.
Per questo riteniamo di dover “cercare ancora” e di lavorare ad un rilancio del progetto strategico di Rifondazione comunista, contribuendovi anche con un dibattito aperto e pluralistico, sulle basi teoriche delle nostre acquisizioni collettive: dalla riflessione sul pensiero della differenza e del femminismo, alla nonviolenza, passando per tutte le rielaborazioni dei concetti appartenenti alla cultura storica della sinistra. L’innovazione politica e culturale sono state la nostra tensione costante, iscritta nel nostro stesso nome: rifondazione. Abbiamo fatto questo percorso nell’elaborazione e nel vivo delle lotte di Genova e del movimento altermondista. Vogliamo continuare a farlo, nel vivo del rapporto con i movimenti sociali e politici del paese.
La nostra comunità è mortificata del risultato elettorale e scossa dall’asprezza dello scontro durante il congresso. La cura che dobbiamo ad essa non può che partire da una nuova stagione di apertura verso l’esterno, verso nuovi iscritti ed aderenti che ravvivino le nostre organizzazioni, troppo spesso esangui in tanta parte del paese.
Vogliamo che vi sia una nuova stagione di democrazia interna e di ripresa di percorsi partecipativi, nella formazione delle decisioni e nella individuazione degli organismi dirigenti. Gli stessi contributi della conferenza di Carrara debbono essere aggiornati ed estesi rispetto al bisogno di costruzione condivisa della nostra comunità.
Consideriamo la critica alla cultura maschile e monosessuata del partito un impegno prioritario, nella prossima fase, della nostra azione politica interna all’organizzazione.

Intervento conclusivo di Nichi Vendola al Congresso di Rifondazione Comunista

Ci sono state volgarità straordinarie in questo congresso ma, per i quasi 38 anni di militanza comunista della mia vita, posso dire che vale guardare l’orizzonte. Difficilmente mi sono lasciato invischiare in un decadimento che è indicativo dei problemi che ha la sinistra, la nostra comunità, la società italiana.Ho vissuto questo congresso come un compimento della sconfitta che ha riguardato la sinistra in Italia, come la conseguenza di quella sconfitta, come un arretramento culturale.Ho sentito nel dibattito toni espliciti di plebeismo. E siccome sono stato educato alla cultura comunista da vecchi braccianti poveri e analfabeti, che della lotta contro il plebeismo culturale facevano la cifra del loro essere comunisti, sento un arretramento. Questa comunità ha scelto un’altra strada. Quella della maggioranza ricercata nelle alchimie che non hanno respiro, non prefigurano prospettiva e non danno un gran futuro al nostro partito.Ha vinto una maggioranza costruita grazie a un gioco, un guazzabuglio di mozioni di minoranza, un fardello di reazioni di pancia che consente a quattro mozioni, molto diverse tra loro, di coalizzarsi contro quella che ha guadagnato la maggioranza relativa. Dove il collante è l’ambiguità e un equilibrismo semantico.Il congresso è stato una battaglia importante, appassionante e dura che si conclude con un esito che è un colpo duro per Rifondazione e per la sinistra tutta. Non è un colpo mortale ma una battuta d’arresto e non intendiamo abbandonare la battaglia. Che non è un equilibrio di potere in Rifondazione ma la ricostruzione di una sinistra che parla al paese. I compagni della mia mozione non intendono lasciare neanche per un attimo e per un millimetro Rifondazione Comunista.I compagni e le compagne della mia mozione, oggi l’area politico culturale “Rifondazione per la sinistra”, vogliono perseguire la ricostruzione della sinistra, rivolgendosi alla sinistra diffusa, alle forze organizzate sul territorio, ai protagonisti delle lotte sociali, alle donne e agli uomini che credono che in Italia di una sinistra di popolo e all’altezza del tempo presente ci sia un gran bisogno. Intendiamo costruire una vasta e ricca mobilitazione permanente alle destre che dia prospettiva alla mobilitazione sociale e contemporaneamente vogliamo sostenere la nostra idea di politica e di sinistra all’interno del partito.Dalla sconfitta ripartiamo, per nulla scoraggiati, con un alto senso di responsabilità verso coloro che a noi guardano con attenzione, verso i nostri iscritti, i nostri militanti.Convinti che in questa sconfitta ci sia il seme buono per il futuro!
Nichi Vendola

mercoledì 23 luglio 2008

INTERROGAZIONE - GOLE DEL NERA

Al Sindaco del Comune di Narni

Agli Assessori competenti

Al Presidente del Consiglio del Comune di Narni

Narni, lì 22/07/08

OGGETTO: Gole del Nera – Tutela e Valorizzazione

Recentemente presso il Museo di Palazzo Eroli si è svolto il convegno dal titolo "Vecchie ferrovie e nuovi percorsi dell'Umbria" che ha avuto come obiettivo quello di riprendere una discussione comune e progettuale tra amministrazioni locali, associazioni ambientaliste e istituti di ricerca sulla rivalorizzazione ambientale, paesaggistica e turistica degli antichi percorsi ferroviari come quello insistente sul territorio del comune di Narni che va dal Ponte d'Augusto di Narni Scalo a Nera Montoro. Durante l'incontro è stata messo in evidenza come l'urgenza di una riqualificazione ambientale ricco di presenze storiche, archeologiche, architettoniche e naturalistiche di questo percorso, che un tempo ospitava la ferrovia, possa trasformarsi in un vero e proprio sistema efficienti di mobilità a basso impatto ambientale, come percorso protetto e funzionale alla mobilità pedonale, ciclabile ed equestre.Durante l'incontro suddetto, pur di fronte a posizioni pressoché concordi sulla validità della realizzazione di percorsi di mobilità alternativa, il Sindaco di Narni ha manifestato l'intenzione e la volontà di utilizzare il percorso dell'antica ferrovia dal ponte d'Augusto a Nera Montoro per altri scopi, facendo riferimento ad un progetto non meglio definito ma ben lontano dall' idea di mobilità dolce sopra esposta. In particolare il Sindaco ha parlato di un progetto di esperimenti crash test, ovvero di simulazioni di incidenti ferroviari da realizzare all'interno delle gallerie presenti sul percorso dell'antica ferrovia.

In riferimento, pertantoall'intervento del Sindaco all'interno del convegno sopramenzionato si chiede:

- quale sia lo stato di avanzamento del progetto dei crash test;

- quali siano i soggetti, pubblici e privati, interessati o coinvolti nell'eventuale realizzazione del progetto;

- quali siano i dettagli della progettazione, ovvero che tipologia di sperimentazione effettivamente vogliono realizzare i soggetti interessati alle gallerie;

- quale utilizzo dell'area si intende coinvolgere da tale progetto anche in virtù dell'esistenza del progetto in fase di studio e promosso dall'ANCI Umbria e dall'associazione Co.Mo.Do., denominato Greenways, nel quale partecipa anche il Comune di Narni e per il quale il percorso suddetto dovrebbe essere inserito a pieno titolo tra i percorsi umbri di "mobilità dolce";

- qual è la posizione del Sindaco e della Giunta in merito al progetto di cui al primo e al secondo punto;

- qual è la posizione del Sindaco e della Giunta in merito al progetto, esistente ormai da oltre 15 anni, della realizzazione del parco delle gole del nera, se esiste effettivamente questa volontà di realizzarlo e come, eventualmente, si crede di integrare la tutela ambientale con l'intervento descritto al primo e al secondo punto.

Alfonso Morelli – Capogruppo PRC - SE



mercoledì 2 luglio 2008

RISULTATI CONGRESSO DI CIRCOLO NARNI

IL GIORNO 27 GIUGNO SI E' SVOLTO IL CONGRESSO DEL CIRCOLO DI NARNI

DI SEGUITO I RISULTATI

MOZIONE 1 (FERRERO- GRASSI) 56,6%

MOZIONE 2 (VENDOLA) 42,4 %

MOZIONE 3 (BETTARELLO) 0 %

MOZIONE 4 (BELLOTTI) 1 %

MOZIONE 5 (DE CESARIS - RUSSO) 0 %

DELEGATI PER IL CONGRESSO PROVINCIALE DEL IL 18 E 19 LUGLIO

MOZIONE 1

CARLO SPADINI

ETTORE STRANO

MOZIONE 2

LEONARDO BELVEDERE

VALERIA CERASOLI

SOSTITUTI MOZIONE 1 GIULIO RATINI - MARIO SPADINI

SOSTITUTI MOZIONE 2 FRANCESCO CATUOGNO - ALFONSO MORELLI

DIRETTIVO DI CIRCOLO (11 COMPONENTI)

MOZIONE 1

FRANCESCO BINOTTI

ALDO PAPINI

GIULIO RATINI

CARLO SPADINI

MARIO SPADINI

ETTORE STRANO

MOZIONE 2

LEONARDO BELVEDERE

FRANCESCO CATUOGNO

VALERIA CERASOLI

STEFANO DI DEODATO

ALFONSO MORELLI

COMMISSIONE GARANZIA E CONTROLLO

MOZIONE 1

FILIPPO BECO

ALESSANDRO BONINI

FRANCO RICCI

MOZIONE 2

OSCAR VALENTINI

MOZIONE 3

COLETTI MORENO