martedì 24 marzo 2009

Mozione - Tutela e stabilizzazione dei lavoratori precari

MOZIONE


Al Sindaco del Comune di Narni
All’Assessore al Personale del Comune di Narni
Al Presidente del Consiglio Comunale di Narni

Narni, lì 24/03/2009

OGGETTO: Tutela e stabilizzazione dei lavoratori precari

E’ ormai consuetudine da parte delle Amministrazioni Pubbliche l’esternalizzazione dei servizi che un tempo erano di competenza prettamente statale. Ad oggi, in nome della razionalizzazione delle spese, molti Comuni d’Italia hanno in essere numerosi appalti con cooperative e società private.

Considerato che

- l’estendersi di questo fenomeno, incentivato da normative nazionali ed europee, sta determinando un peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita di fasce sempre più ampie di lavoratrici e lavoratori. Di fatto si è verificato una progressiva diminuizione delle garanzie nello svolgimento di molte mansioni e della prospettiva di una stabilizzazione di tali situazioni lavorative; anche all’interno dell’Amministrazione Comunale risultano in essere, tramite attività terze, contratti atipici (da non confondersi con ben più onerose consulenze) che permettono al nostro Ente di garantire la regolare erogazione dei propri servizi;

- le ditte vincitrici ed esecutrici degli appalti pubblici impegnano in larga misura lavoratori precari, verso i quali non sono tenute a concedere alcuna forma ulteriore di tutela se non quelle minime previste dalla legge 30/2002 con il conseguente peggioramento qualitativo del lavoro svolto;

Preso atto che

altre amministrazioni locali in tutta italia hanno già sottoscritto accordi sindacali per la tutela dei lavoratori precari dei singoli enti e delle rispettive ditte appaltatrici

il Consiglio Comunale di Narni chiede alla Giunta ed al Sindaco:

- Di assumersi l’impegno politico di avviare dei percorsi di progressiva stabilizzazione dei lavoratori atipici presenti nell’ente, tramite l’impegno dell’amministrazione di servirsi sempre meno della possibilità di lavoro esternalizzato (cooperative, società di servizi, ecc.) di regolarizzare l’utilizzo di questo tipo di rapporto tramite concorso pubblico al pari dei lavoratori normalmente assunti. Ossia, prevedere nelle graduatorie formate a seguito di un concorso, la possibilità di chiamata per la stipula di collaborazioni, dal primo candidato in graduatoria che non ha superato il concorso a seguire, in tal modo nel caso in cui si verifichi possibilità da parte dell’amministrazione di assumere altro personale, al collaboratore, essendo presente in graduatoria, viene garantita la possibilità di essere assunto in pianta stabile.

- di riconoscere ai lavoratori atipici dell’ente gli stessi diritti dei lavoratori subordinati, e a tal fine, l’apertura entro due mesi dall’approvazione della presente mozione, di un tavolo di trattativa con le organizzazioni sindacali e di categoria che porti in tempi brevi alla stipula di un accordo quadro.

- di abbandonare le gare al massimo ribasso per valutare l’applicazione dei principi dell’ “offerta economicamente vantaggiosa” ovvero approdare un modello selettivo degli appaltatori chiaro e ponderato a garanzia della qualità del lavoro.

- di analizzare l’idoneità della società (cooperativa, ecc) appaltatrice del servizio inserendo i eguenti requisiti fondamentali:

- Che la durata dei contratti sopra citati non sia inferiore alla durata dell’appalto del servizio in cui essi vengono impiegati, anche al fine di migliorare tramite la continuità del rapporto di lavoro, la qualità del servizio erogato.
- Che la società riconosca per tali contratti i diritti di libertà sindacale e quindi, l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e/o la stipula di accordi quadro entro 3 mesi dall’assegnazione dell’appalto.
- Che la società fornisca, tramite apposita documentazione, tutte le garanzie sull’applicazione delle normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
- Che all’interno delle società l’utilizzo dei lavoratori autonomi, parasubordinati e subordinati a tempo determinato, rappresentano comunque una misura straordinaria e temporanea, e che sono normalmente avviati percorsi di stabilizzazione per i contratti stipulati o rinnovati per più di quattro volte con lo stesso incarico e mansione e con durata superiore ai due anni.
- Che il compenso annuo complessivo al netto di tutti gli oneri previsti per legge non sia inferiore al compenso netto annuo minimo percepito da un qualsiasi lavoratore subordinato assunto a tempo indeterminato presso l’amministrazione pubblica.

Al fine di stabilire una continua e costante verifica: sullo stato dell’applicazione della presente mozione; sulle ricadute sociali ed economiche che la precarietà sta avendo sulla vita dei lavoratori e dei giovani narnesi; sullo sviluppo di iniziative atte a riaffermare i normali diritti di cittadinanza previsti dalla costituzione, si chiede all’amministrazione l’istituzione di un osservatorio permanente composto in modo paritetico da istituzioni, associazioni e parti sociali.

Alfonso Morelli – Movimento per La Sinistra

venerdì 20 marzo 2009

Mozione - Testamento Biologico

MOZIONE

Al Sindaco del Comune di Narni

Al Presidente del Consiglio del Comune di Narni



OGGETTO: ISTITUZIONE DEL REGISTRO TELEMATICO DELLE DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTI SANITARI (TESTAMENTO BIOLOGICO)

Narni, lì 20/03/2009



Premesso che

* Per testamento biologico si intende un documento legale che permette di indicare in anticipo i trattamenti medici che ciascuno intende ricevere o rifiutare in caso di incapacità mentale, di incoscienza o di altre cause che impediscano di comunicare direttamente ed in modo consapevole con il proprio medico. E' conosciuto anche come "Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari". La persona che redige un testamento biologico nomina un fiduciario per le cure sanitarie che diviene, nel caso in cui la persona diventi incapace, il soggetto chiamato ad intervenire sulle decisioni riguardanti i trattamenti sanitari stessi.
* Il testamento biologico (con la denominazione di "Living will") è stato introdotto per legge negli Stati Uniti nel 1991. Una delle principali affermazioni della legge americana è quella relativa alla idratazione ed alla alimentazione artificiali, che sono considerate a tutti gli effetti come terapie ed in quanto tali possono essere rifiutate attraverso il testamento biologico. Lo stesso principio è seguito nelle leggi esistenti negli altri paesi occidentali ed è stato costantemente ribadito nelle sentenze sull'argomento, oltre che nella valutazione dei più illustri scienziati che hanno studiato il tema delle scelte di fine vita. Da allora, la maggior parte dei paesi occidentali ha legiferato in materia. Dove non esiste ancora una legge specifica, vi è però una giurisprudenza costante che riconosce valore ai testamenti biologici. In Italia, l'articolo 32 della Costituzione stabilisce che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" e che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". Questa norma costituzionale configura per tutti i cittadini quello che i giuristi definiscono un "diritto perfetto", che cioè non ha bisogno di leggi applicative per essere esercitato. Parimenti, l'art 13 della Costituzione afferma che "la libertà personale è inviolabile", rafforzando il riconoscimento alla libertà ed indipendenza dell'individuo nelle scelte personali che lo riguardano. Tuttavia, il problema si pone - come dimostrato dalla drammatica vicenda di Eluana Englaro - nei casi in cui per diverse ragioni il malato perda la capacità di esprimere la propria volontà di rifiutare determinate terapie. Per questo motivo è necessario approvare una legge che stabilisca in modo chiaro le modalità di redazione e di registrazione del testamento biologico e di nomina del fiduciario, così che ciascuno possa dichiarare, ora per allora, la propria volontà circa le terapie da accettare o rifiutare in situazioni come quella descritta, vincolando i medici ad attenersi alla volontà così espressa.



Considerato che:

- la carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, sancisce che il consenso libero ed informato del paziente all'atto medico è considerato come un diritto fondamentale del cittadino afferente i diritti all'integrità della persona ( titolo 1, Dignità, art 3 Diritto all'integrità personale);

- la Convenzione sui Diritti Umani e la biomedicina di Oviedo del 1977, ratificata dal Governo Italiano ai sensi della Legge n° 145 28 marzo 2001, sancisce all'art. 9 che " i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento non è in grado di esprimere la propria volontà, saranno tenuti in considerazione";



Preso atto che:

il nuovo codice di Deontologia medica adottato dalla Federazione Nazionale dei Medici chirurghi ed odontoiatri, dopo aver precisato all'art. 16 che " il medico deve astenersi dall'ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato…", all'art 35 sancisce che " il medico non deve intraprendere attività terapeutica senza l'acquisizione del consenso esplicito ed informato del paziente… In ogni caso, in presenza di un documentato rifiuto di persona capace, il medico deve desistere da atti …curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona." Inoltre all'art 38 si afferma che " il medico deve attenersi,… alla volontà liberamente espressa dalla persona di curarsi…Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà deve tenere conto nelle proprie scelte di quanto precedentemente manifestato dallo stesso in modo certo e documentato."



Valutato altresì che:

il Comitato Nazionale di Bioetica, si è espresso in data 18 dicembre 2003, precisando che " … appare non più rinviabile una approfondita riflessione, non solo bioetica, ma anche biogiuridica, sulle dichiarazioni anticipate… che dia piena e coerente attuazione allo spirito della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina…". Inoltre il CNB specifica che " le direttive anticipate potranno essere scritte su un foglio firmato dall'interessato, e i medici dovranno non solo tenerne conto, ma dovranno anche giustificare per iscritto le azioni che violeranno tale volontà".


Considerato che

in questo scenario, l'Ente Comune è nella possibilità giuridica ed amministrativa di farsi promotore di atti amministrativi volti ad introdurre il riconoscimento formale del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario.



Tutto ciò premesso,

Il CONSIGLIO COMUNALE impegna la GIUNTA COMUNALE :

1. a predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica, nel quale ogni cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione;

2. ad istituire un registro telematico che raccolga le dichiarazioni e a definirne il regolamento d'accesso;

3. a trasmettere periodicamente le dichiarazioni raccolte ai Soggetti Istituzionali delegati per legge alla pubblicizzazione, nelle more della entrata in vigore di una normativa nazionale che regolamenti la materia, in particolare:

* Al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali,affinché la dichiarazione venga inserita nella tessera sanitaria personale del dichiarante.
* All' ARSAN e all'Assessorato Regionale alla Sanità della Regione, affinché provveda ad istituire un registro provvisorio regionale, nelle more dell'entrata in vigore di una legislazione nazionale in materia.
* Alla ASL competente per territorio, affinché anch'essa istituisca un registro provvisorio , nelle more dell'entrata in vigore delle leggi regionali e nazionali che regoleranno la materia.
* Al medico di famiglia della persona che ha sottoscritto la Dichiarazione anticipata di volontà, affinché ne tenga debito conto in ogni momento del percorso medico-assistenziale della persona che ha espresso la volontà.

Si delega il Segretario Comunale a trasmettere la Delibera al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al Comitato Nazionale di Bioetica, alla Regione, alla Provincia, all'ASL competente per territorio.



Alfonso Morelli – Movimento per la Sinistra

Federico Novelli – Partito Socialista

Roberto Scorzoni – Partito dei Comunisti Italiani

lunedì 16 marzo 2009

Interpellanza - Medico per gli Studenti Universitari

INTERPELLANZA

Al Sindaco del Comune di Narni

All’Assessore all’Università

Al Presidente del Consiglio Comunale di Narni

Narni, lì 16/03/2009

OGGETTO: MEDICO PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI

La buona affluenza di studenti presso l’Università di Narni sta dimostrando come questa facoltà sta avendo sempre più successo nel panorama universitario nazionale. È chiaro quindi che alla crescita dell’Ateneo vada accompagnata una uguale crescita dei servizi a disposizione degli studenti. L'alto numero raggiunto dagli iscritti della facoltà e la caratteristica di questa di essere sostanzialmente unica in Italia se non per una simile all'Aquila, comporta che una buona parte degli iscritti provenga da città lontane e dunque costretti per lunghi periodi a stare a Narni e non poter tornare alla loro casa.

Per questo si chiede all'Amministrazione Comunale di mobilitarsi affinchè venga istituita la figura di un medico universitario che per almeno un giorno alla settimana sia a disposizione degli studenti, così come avviene in molte altre città universitarie.

Una semplice iniziativa per garantire un’ accoglienza sempre più qualificata ai nuovi studenti ed uno strumento che potrebbe assicurare una permanenza continuativa degli universitari.



Alfonso Morelli – Movimento per La Sinistra

martedì 10 marzo 2009

Interrogazione - Disservizi Stazione ferroviaria di Narni Scalo

Al Sindaco del Comune di Narni
All’Assessore competente
Al Presidente del Consiglio Comunale di Narni

Narni, lì 10/03/2009

OGGETTO: Disservizi Stazione ferroviaria di Narni Scalo

Nei giorni scorsi si sono verificati dei gravi disservizi alla Stazione di Narni Scalo, non ultimo l’impossibilità da parte di utenti di potersi munire di biglietto ferroviario attraverso le biglietterie automatiche mentre i rivenditori autorizzati erano chiusi. Una situazione imbarazzante soprattutto perché la mancata esibizione del biglietto è difficilmente giustificabile di fronte gli operatori FS in fase di controllo in quanto non esiste alcun sistema di segnalazione immediata di disservizi e malfunzionamenti delle varie biglietterie. Tali situazioni vanno ad appesantire sempre più la difficile condizione di pendolare, ovvero di utente che vede continuamente violato il diritto ad una mobilità dignitosa ed economicamente accessibile.
Nonostante la Stazione di Narni Scalo sia stata arbitrariamente declassata nel tempo a semplice fermata non toglie la sua importanza in termini di utilizzatori.
Ha un vasto bacino di utenti, soprattutto studenti e lavoratori, diretti sia verso la Capitale che i Capoluoghi di Provincia e Regione; per tale motivo è opportuno che Trenitalia garantisca il massimo dell’efficienza dei minimi servizi che offre.
Si chiede pertanto al Sindaco ed all’Assessore Competente di riferire ufficialmente a Trenitalia i continui disservizi che si verificano allo Scalo e di chiedere alla stessa società il miglioramento dei servizi presenti nonché dell’accoglienza degli utenti soprattutto in termini di funzionalità della stazione e dei mezzi di comunicazione rapida con personale FS per la segnalazioni di eventuali inefficienze.

Cons. Alfonso Morelli - Movimento per La Sinistra