Narni, lì 28/10/08
OGGETTO: Viabilità Narni Centro Storico
PREMESSA
Narni Centro, come tutte le città storiche di Italia ed in particolare dell’Umbria, ha la specificità
di essere una città di medie dimensioni ad elevato valore turistico il cui centro urbano è
caratterizzato da un numero limitato di residenti ma con una grande capacità di attrazione
quali turisti e studenti. Una struttura urbanistica ad alto pregio storico con strade strette e con
notevoli dislivelli che crea inevitabilmente per il centro storico una grave criticità in merito alla
viabilità locale aggravata dal fatto che, oltre ai residenti ed ai turisti, nella realtà narnese sono
presenti anche i servizi per il territorio, le attività commerciali e sociali. In sostanza l’obiettivo
di una corretta politica per centri storici deve essere quello di imporre vincoli che aiutino a
portare nel centro il maggior numero di persone in forma organizzata. E’ ormai chiaro che la
pressione esercitata dai veicoli, unita nella maggioranza dei casi ad un inefficace servizio di
trasporto pubblico, impedisce un corretto ed ordinato sviluppo socio-economico del centro
stesso. La soluzione dei problemi richiede interventi ed attività coordinate tra loro: non sono
necessari grandi investimenti piuttosto politiche attente accompagnate da precise normative
ben definite, che non prevedano deroghe e soprattutto fatte rispettare in maniera rigorosa.
Tali normative devono essere in grado di strutturare il centro storico attraverso la creazione di
Zone blu e ZTL capaci di organizzare spazi completamente riconquistati ai pedoni e di garantire
un posto auto per i residenti impedendo l’”invasione” da parte dei restanti veicoli. Infatti
bisogna aggiungere che un altro punto critico è rappresentato dal trasporto delle merci in
ambito urbano. Essendo le città, specialmente quelle d’arte, un centro commerciale naturale,
occorre che venga messa a punto anche una adeguata organizzazione per il rifornimento delle
merci. Fino ad oggi l’Amministrazione si è interessata al problema attraverso la
regolamentazione mediante finestre temporali, con conseguente contrazione degli orari di
accesso e permanenza dei veicoli commerciali. Questo ha prodotto la concentrazione in alcune
ore del giorno di tutta la movimentazione merci, sia in entrata che in uscita, con gravi
conseguenze sia in termini di traffico, di inquinamento e di sicurezza per i pedoni. Situazione
analoga, infine, si verifica nelle ore di ingresso ed uscita dalle scuole. Tali considerazioni
sembrerebbero coincidere per molti versi con la filosofia del piano attualmente in vigore, ma i
fatti smentiscono gli intenti dell’amministrazione e ad oggi la situazione sembra essere fuori
controllo. Nei prossimi giorni si dovrebbe finalmente convocare un’assemblea pubblica
ampiamente invocata dalla cittadinanza ma che ad oggi deve essere ancora indetta in maniera
ufficiale. E’ quindi fondamentale che l’Amministrazione lo faccia il prima possibile per discutere
definitivamente con cittadini ed associazioni di varia natura, tenendo fede così agli impegni
presi in termini di partecipazione, di come riorganizzare la viabilità del centro storico. Il tavolo
deve prevedere, però, anche la partecipazione di nuovi soggetti ad oggi mai convocati quali, ad
esempio, rappresentanti dell’ARPA, delle scuole, dei servizi sanitari e delle aziende dei trasporti
pubblici. Ma prima della necessaria revisione del piano viabilità del centro è opportuno, ed è
qui che si chiede al Sindaco ed agli Assessori competenti, riflettere a fondo sul perché il piano
in vigore sembra fallire e capire quali sono le cause che l’hanno fatto diventare inefficace
rispetto agli intenti iniziali per non reiterare eventuali errori. Per procedere a tale riflessione si
chiede quindi all’amministrazione: - gli orari di ingresso alla città sono stati fatti rispettare
sempre ed in maniera rigorosa? E con quale metodo? - La circolazione prevista dal piano
attuale è stata fatta rispettare? E con quale metodo? - i permessi ZTL erogati, di cui si chiede
l’esatto numero, sono compatibili con le intenzioni del piano? - I permessi ZTL erogati sono
coerenti con gli spazi a disposizione nel centro, sempre se esiste una stima, e rispondono alle
esigenze dei residenti? - Il servizio pubblico offre un servizio congruente alle intenzioni del
piano? - Poiché le statistiche indicano che il 30% del traffico è prodotto dalla ricerca del posto
auto, si ritiene che la segnaletica sia idonea? - Dato che i parcheggi hanno la capacità di
attrarre traffico, l’apertura alla sosta di piazza G.Marzio e del parcheggio degli Orti ai non
residenti, sta contribuendo al fallimento del piano? - di inserire all’ordine del giorno del primo
consiglio utile la discussione in merito alla viabilità del centro storico
Alfonso Morelli – Capogruppo PRC-SE
martedì 28 ottobre 2008
venerdì 24 ottobre 2008
mercoledì 22 ottobre 2008
Assemblea Permanente degli Studenti Universitari e Medi
Terni lì, 20 Ottore 2008
COMUNICATO COSTITUTIVO
Si è svolta presso la facoltà di Scienze Politiche in data 20 Ottobre 2008 alle ore 18:00, l’Assemblea allargata tra gli studenti di suddetta facoltà e altre realtà studentesche di Terni, tra cui universitari e studenti medi.
L’unico punto all’ordine del giorno dell’assemblea era l’analisi della legge 133 del 06 Agosto 2008 del Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca di concerto col ministero dell’economia e delle finanze, in particolar modo le disposizioni riguardanti gli artt. 16, 64, 66.
I tagli indiscriminati al fondo di finanziamento ordinario, il blocco del turn-over per i ricercatori, la possibilità delle università di diventare delle fondazioni di diritto privato; tutto questo si va ad aggiungere alle misure inaccettabili che riguardano le scuole elementari e materne, colpendo sia il corpo docenti (ritorno al maestro unico), sia gli studenti (grembiule obbligatorio e voto in condotta), sia gli immigrati (creazione delle classi differenziali per studenti stranieri), sia il personale tecnico-amministrativo. Il ministro Gelmini porta quindi avanti la campagna di “distruzione” della scuola e dell’università pubblica italiana. Ancora una volta la cultura e l’istruzione vanno a ricoprire nel nostro paese un ruolo marginale, diventando bersaglio facile per far fronte ad una crisi economica internazionale.
I partecipanti dell’assemblea, dopo l’analisi della legge 133, hanno deciso di dare avvio a una mobilitazione, per aggiungere la propria “goccia” all’ondata di proteste che in tutta Italia sta attraversando le diverse realtà dell’Istruzione e della Cultura, ribadendo a voce alta che Non saremo noi a pagare la vostra crisi!
I diversi esperimenti di lotta che si stanno affermando in questi giorni nel nostro Paese ci hanno portato alla creazione di una ASSEMBLEA PERMANENTE, attraverso la creazione di una rete tra le diverse entità del tessuto cittadino colpite dagli attacchi del governo. L’assemblea, che inizia i lavori all’interno della Facoltà di Scienze Politiche, ha deciso di agire in un primo momento attraverso la diffusione di volantini informativi sull’esistenza stessa di tale realtà assembleare e sulla legge 133, per passare poi in un secondo momento all’azione diretta attraverso la partecipazione attiva ai momenti di protesta nazionali, regionali e attraverso la creazione di una o più giornate di mobilitazione nella stessa città di Terni.
La rabbia degli studenti sta scoppiando anche in una città che sembrava fino ad una settimana lontana dal movimento di studenti e precari.
La costituzione di questa assemblea vuole cercare di unire tutti i soggetti interessati, studenti universitari e medi superiori, docenti, ricercatori e genitori.
Siamo convinti che unendo le forze riusciremo a risvegliare anche in questa provincia l’interesse e l’indignazione, riuscendo a creare una mobilitazione per salvare e migliorare il nostro sistema di istruzione che ormai da diversi anni subisce gli attacchi dei vari governi che si vanno costituendo nel nostro paese e per far emergere una realtà, quella della precarietà, che fa parte del futuro di ognuno di noi.
Qualsiasi singolo o entità del territorio è invitata ad aderire all’assemblea permanente attraverso una mail all’indirizzo: assemblea.terni@gmail.com per ricevere notizie e informazioni sull’ASSEMBLEA PERMANENTE e sui prossimi incontri.
Preghiamo tutti coloro che riceveranno questo comunicato di inoltrare questa e-mail a chiunque può essere interessato a questo progetto.
Per essere iscritti alla mailing-list (per chi non ne facesse già parte) è sufficiente mandare una mail all’indirizzo assemblea.terni@gmail.com scrivendo semplicemente “aggiungetemi”.
Vi saranno presto spediti al vostro indirizzo tutti gli aggiornamenti e nuovi sviluppi dell’Assemblea Permanente.
Non esitate a contattarci per comunicare eventuali problemi, iniziative o disponibilità per volantinaggio, creazione dell’opuscolo informativo sulla legge 133 ecc.
Preoccupiamoci del nostro futuro!
Assemblea Permanente Terni
COMUNICATO COSTITUTIVO
Si è svolta presso la facoltà di Scienze Politiche in data 20 Ottobre 2008 alle ore 18:00, l’Assemblea allargata tra gli studenti di suddetta facoltà e altre realtà studentesche di Terni, tra cui universitari e studenti medi.
L’unico punto all’ordine del giorno dell’assemblea era l’analisi della legge 133 del 06 Agosto 2008 del Ministero dell’Istruzione dell’università e della ricerca di concerto col ministero dell’economia e delle finanze, in particolar modo le disposizioni riguardanti gli artt. 16, 64, 66.
I tagli indiscriminati al fondo di finanziamento ordinario, il blocco del turn-over per i ricercatori, la possibilità delle università di diventare delle fondazioni di diritto privato; tutto questo si va ad aggiungere alle misure inaccettabili che riguardano le scuole elementari e materne, colpendo sia il corpo docenti (ritorno al maestro unico), sia gli studenti (grembiule obbligatorio e voto in condotta), sia gli immigrati (creazione delle classi differenziali per studenti stranieri), sia il personale tecnico-amministrativo. Il ministro Gelmini porta quindi avanti la campagna di “distruzione” della scuola e dell’università pubblica italiana. Ancora una volta la cultura e l’istruzione vanno a ricoprire nel nostro paese un ruolo marginale, diventando bersaglio facile per far fronte ad una crisi economica internazionale.
I partecipanti dell’assemblea, dopo l’analisi della legge 133, hanno deciso di dare avvio a una mobilitazione, per aggiungere la propria “goccia” all’ondata di proteste che in tutta Italia sta attraversando le diverse realtà dell’Istruzione e della Cultura, ribadendo a voce alta che Non saremo noi a pagare la vostra crisi!
I diversi esperimenti di lotta che si stanno affermando in questi giorni nel nostro Paese ci hanno portato alla creazione di una ASSEMBLEA PERMANENTE, attraverso la creazione di una rete tra le diverse entità del tessuto cittadino colpite dagli attacchi del governo. L’assemblea, che inizia i lavori all’interno della Facoltà di Scienze Politiche, ha deciso di agire in un primo momento attraverso la diffusione di volantini informativi sull’esistenza stessa di tale realtà assembleare e sulla legge 133, per passare poi in un secondo momento all’azione diretta attraverso la partecipazione attiva ai momenti di protesta nazionali, regionali e attraverso la creazione di una o più giornate di mobilitazione nella stessa città di Terni.
La rabbia degli studenti sta scoppiando anche in una città che sembrava fino ad una settimana lontana dal movimento di studenti e precari.
La costituzione di questa assemblea vuole cercare di unire tutti i soggetti interessati, studenti universitari e medi superiori, docenti, ricercatori e genitori.
Siamo convinti che unendo le forze riusciremo a risvegliare anche in questa provincia l’interesse e l’indignazione, riuscendo a creare una mobilitazione per salvare e migliorare il nostro sistema di istruzione che ormai da diversi anni subisce gli attacchi dei vari governi che si vanno costituendo nel nostro paese e per far emergere una realtà, quella della precarietà, che fa parte del futuro di ognuno di noi.
Qualsiasi singolo o entità del territorio è invitata ad aderire all’assemblea permanente attraverso una mail all’indirizzo: assemblea.terni@gmail.com per ricevere notizie e informazioni sull’ASSEMBLEA PERMANENTE e sui prossimi incontri.
Preghiamo tutti coloro che riceveranno questo comunicato di inoltrare questa e-mail a chiunque può essere interessato a questo progetto.
Per essere iscritti alla mailing-list (per chi non ne facesse già parte) è sufficiente mandare una mail all’indirizzo assemblea.terni@gmail.com scrivendo semplicemente “aggiungetemi”.
Vi saranno presto spediti al vostro indirizzo tutti gli aggiornamenti e nuovi sviluppi dell’Assemblea Permanente.
Non esitate a contattarci per comunicare eventuali problemi, iniziative o disponibilità per volantinaggio, creazione dell’opuscolo informativo sulla legge 133 ecc.
Preoccupiamoci del nostro futuro!
Assemblea Permanente Terni
venerdì 17 ottobre 2008
MOZIONE - IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA IN OPPOSIZIONE ALLA RIFORMA GELMINI
ORDINE DEL GIORNO
NARNI, lì 16/10/2008
OGGETTO: IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA IN OPPOSIZIONE ALLA RIFORMA GELMINI
8 miliardi di euro in meno al sistema scolastico italiano. In sintesi, secondo la riforma Gelmini, la scuola pubblica dovrebbe funzionare con 87.000 docenti e 43.000 ata in meno, tornando al maestro unico e l’orario solo antimeridiano nella scuola elementare e dell’infanzia, senza considerare che la pluralità docente ha assicurato qualità educativa, attestata da tutte le indagini internazionali, e ha risposto ai bisogni sociali delle famiglie e delle donne che lavorano. La riforma prevede inoltre il superamento degli insegnanti di inglese sempre attraverso i maestri unici. Il tempo pieno sopravvive solo in relazione alla disponibilità di organici, fino a quando e nella misura in cui questa ci sarà, ed è comunque ridotto a servizio di doposcuola a domanda individuale.
E tutti questi tagli sono stati giustificati principalmente con una serie di motivazioni sull’andamento incontrollata della spesa per l’istruzione.
Ma dal 1990 al 2007 la spesa pubblica in rapporto al PIL per l’istruzione pubblica è passata dal 3,6% al 3,3% del PIL (- 16,9 miliardi di euro). Negli ultimi 10 anni la riduzione è stata pari allo 0,2% del PIL (3,07 miliardi di euro). Nello stesso periodo il numero complessivo di alunni è (+ 2% pari 152.246 alunni) mentre il numero degli insegnanti è diminuito (-2,38% pari a 17.651 docenti). Per ulteriore precisione, mentre la media delle principali economie mondiali investe il 5,8% del Pil nel proprio sistema scolastico, in Italia questa percentuale scende al 4,7%. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola nei Paesi dell’area Ocse sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto contenuto al 12%.
La spesa per l’istruzione non è affatto fuori controllo. Anche considerando il periodo 1997 – 2007, in cui la contrazione della spesa è stata più modesta, è evidente come la quota di risorse destinate alla scuola, non solo è sotto controllo, ma ha subito una significativa contrazione (fatta 100 la quota di PIL destinata alla scuola nel 1997, nel 2007 tale quota è scesa a 93).
Ma oltre all’aspetto prettamente economico, ci sono di fatto delle scelte del governo, quali il già citato maestro unico, la riformulazione del tempo pieno, aumento degli alunni per classe, abbassamento dell’età dell’obbligo scolastico da 16 a 14 anni, che di fatto sono il primo passo verso un chiaro smantellamento della istruzione pubblica. Ed infine la vergognosa mozione approvata alla Camera per cui ai bambini che non conoscono sufficientemente la lingua italiana vengono di fatto allontanati dalla scuola e da una qualsiasi forma di integrazione per inserirli in “classi speciali”. Senza considerare che la riforma prevede di fatto la privatizzazione delle università che da istituti pubblici si trasformano in fondazioni inevitabilmente condizionate alle volontà dei finanziatori. Per non parlare dei tagli previsti dal Ministro Brunetta per il mondo della ricerca scientifica:
Gli effetti di questa manovra sono in realtà solo destinati a destrutturare la scuola pubblica e a creare le condizioni per la sua privatizzazione. In questo quadro allarmante le amministrazioni locali devono assolutamente contrastare, con qualsiasi mezzo a disposizione, la logica perversa sottostante alla Riforma, una logica che vuole distruggere il valore della “cosa pubblica” e dei diritti di cittadinanza alla base della nostra Costituzione.
Con il presente ordine del giorno, il Consiglio dà mandato, come prima forma di contrasto alla riforma ed in difesa del sistema scolastico pubblico, alla Giunta ed al sindaco di partecipare con il gonfalone della città di Narni allo sciopero generale della scuola del prossimo 30 ottobre e far si che l’assessore competente si faccia promotore di iniziative pubbliche a sostegno della scuola pubblica per testimoniare l’impegno di tutti soggetti sociali, e quindi anche degli enti locali, per la difesa e la promozione di una scuola che, in ottemperanza con i principi della Costituzione, deve essere aperta a tutti, deve garantire pari possibilità di accesso, deve promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Alfonso Morelli – Capogruppo PRC-SE
NARNI, lì 16/10/2008
OGGETTO: IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA IN OPPOSIZIONE ALLA RIFORMA GELMINI
8 miliardi di euro in meno al sistema scolastico italiano. In sintesi, secondo la riforma Gelmini, la scuola pubblica dovrebbe funzionare con 87.000 docenti e 43.000 ata in meno, tornando al maestro unico e l’orario solo antimeridiano nella scuola elementare e dell’infanzia, senza considerare che la pluralità docente ha assicurato qualità educativa, attestata da tutte le indagini internazionali, e ha risposto ai bisogni sociali delle famiglie e delle donne che lavorano. La riforma prevede inoltre il superamento degli insegnanti di inglese sempre attraverso i maestri unici. Il tempo pieno sopravvive solo in relazione alla disponibilità di organici, fino a quando e nella misura in cui questa ci sarà, ed è comunque ridotto a servizio di doposcuola a domanda individuale.
E tutti questi tagli sono stati giustificati principalmente con una serie di motivazioni sull’andamento incontrollata della spesa per l’istruzione.
Ma dal 1990 al 2007 la spesa pubblica in rapporto al PIL per l’istruzione pubblica è passata dal 3,6% al 3,3% del PIL (- 16,9 miliardi di euro). Negli ultimi 10 anni la riduzione è stata pari allo 0,2% del PIL (3,07 miliardi di euro). Nello stesso periodo il numero complessivo di alunni è (+ 2% pari 152.246 alunni) mentre il numero degli insegnanti è diminuito (-2,38% pari a 17.651 docenti). Per ulteriore precisione, mentre la media delle principali economie mondiali investe il 5,8% del Pil nel proprio sistema scolastico, in Italia questa percentuale scende al 4,7%. E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola nei Paesi dell’area Ocse sono aumentati del 41%, in Italia l'incremento è rimasto contenuto al 12%.
La spesa per l’istruzione non è affatto fuori controllo. Anche considerando il periodo 1997 – 2007, in cui la contrazione della spesa è stata più modesta, è evidente come la quota di risorse destinate alla scuola, non solo è sotto controllo, ma ha subito una significativa contrazione (fatta 100 la quota di PIL destinata alla scuola nel 1997, nel 2007 tale quota è scesa a 93).
Ma oltre all’aspetto prettamente economico, ci sono di fatto delle scelte del governo, quali il già citato maestro unico, la riformulazione del tempo pieno, aumento degli alunni per classe, abbassamento dell’età dell’obbligo scolastico da 16 a 14 anni, che di fatto sono il primo passo verso un chiaro smantellamento della istruzione pubblica. Ed infine la vergognosa mozione approvata alla Camera per cui ai bambini che non conoscono sufficientemente la lingua italiana vengono di fatto allontanati dalla scuola e da una qualsiasi forma di integrazione per inserirli in “classi speciali”. Senza considerare che la riforma prevede di fatto la privatizzazione delle università che da istituti pubblici si trasformano in fondazioni inevitabilmente condizionate alle volontà dei finanziatori. Per non parlare dei tagli previsti dal Ministro Brunetta per il mondo della ricerca scientifica:
Gli effetti di questa manovra sono in realtà solo destinati a destrutturare la scuola pubblica e a creare le condizioni per la sua privatizzazione. In questo quadro allarmante le amministrazioni locali devono assolutamente contrastare, con qualsiasi mezzo a disposizione, la logica perversa sottostante alla Riforma, una logica che vuole distruggere il valore della “cosa pubblica” e dei diritti di cittadinanza alla base della nostra Costituzione.
Con il presente ordine del giorno, il Consiglio dà mandato, come prima forma di contrasto alla riforma ed in difesa del sistema scolastico pubblico, alla Giunta ed al sindaco di partecipare con il gonfalone della città di Narni allo sciopero generale della scuola del prossimo 30 ottobre e far si che l’assessore competente si faccia promotore di iniziative pubbliche a sostegno della scuola pubblica per testimoniare l’impegno di tutti soggetti sociali, e quindi anche degli enti locali, per la difesa e la promozione di una scuola che, in ottemperanza con i principi della Costituzione, deve essere aperta a tutti, deve garantire pari possibilità di accesso, deve promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Alfonso Morelli – Capogruppo PRC-SE
giovedì 9 ottobre 2008
MOZIONE - misure di prevenzione alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici e nell'economia locale
MOZIONE
Al Sindaco del Comune di Narni
Agli Assessori competenti
Al Presidente del Consiglio Comunale
Narni lì 09/10/2008
OGGETTO: misure di prevenzione alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici e nell'economia locale
Le cronache degli ultimi mesi hanno dimostrato come l'Umbria non sia purtroppo immune ad infiltrazioni malavitose. Le attività di camorra e 'ndrangheta nel territorio umbro dimostrano l'ampiezza e la pervasività delle organizzazioni criminali e gli intrecci perversi tra attività illegali e iniziative economiche apparentemente legali. Un fenomeno di estrema gravità che non ha risparmiato purtroppo neanche i piccoli centri della nostra Regione.
Libera Umbria, ormai da cinque anni, sottolinea la presenza nella nostra regione della malavita organizzata. Alla criminale attività delle filiali di mafia, 'ndrangheta e camorra si può far risalire la maggior parte del narcotraffico in Umbria, del controllo dei subappalti nell'edilizia, ma anche di reati come il pizzo fino a pochi anni fa sconosciuti nel nostro territorio. Umbria come terreno da controllare ma anche su cui investire come hanno dimostrato i sequestri e le confische di beni operate dalla Antimafia.
Legambiente Umbria da anni continuava a dare l'allarme su tali fenomeni di infiltrazioni. Il rapporto sulle ecomafie evidenzia che la nostra regione, a dispetto della convinzione di molti, non è più immune da infiltrazioni di ecocriminalità organizzata, con i settori più permeabili e già permeati: il traffico dei rifiuti ed il ciclo del cemento.
CittadinanzAttiva, da sempre impegnata in battaglie contro la corruzione nella Pubblica Amministrazione, è promotrice di una legge dello Stato che estende agli imputati di tali delitti il sequestro preventivo dei beni già previsto per i reati di mafia.
Il territorio narnese è e sarà nei prossimi anni oggetto di numerose espansioni edilizie e di grandi insediamenti commerciali forse al di sopra delle proprie esigenze. La necessità di tali numerosi insediamenti, soprattutto commerciali per l'appunto, sembrano difficilmente concepibili con l'attuale popolazione ed il relativo reddito pro capite.
Per questo motivo è estremamente necessario che anche il Comune di Narni si attrezzi con tutti i mezzi a disposizione affinché:
- sia scongiurata ogni forma di infiltrazioni malavitosa nel territorio narnese e nelle attività pubbliche;
- si difendano tutte le attività economiche ed imprenditoriali sane presenti nel nostro comprensorio;
- si difenda il patrimonio economico pubblico.
Premesso ciò si chiede al Consiglio Comunale di approvare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Le cronache degli ultimi mesi hanno dimostrato come l'Umbria non sia purtroppo immune ad infiltrazioni malavitose. Le attività di camorra e 'ndrangheta nel territorio umbro dimostrano l'ampiezza e la pervasività delle organizzazioni criminali e gli intrecci perversi tra attività illegali e iniziative economiche apparentemente legali. Un fenomeno di estrema gravità che non ha risparmiato purtroppo neanche i piccoli centri della nostra Regione.
Per tali considerazioni si impegnano il Sindaco e la Giunta del comune di Narni:
- di istituire una commissione di inchiesta per verificare nel proprio ente lo stato dei presìdi contro l'illegalità e l'affarismo con particolare attenzione:
o allo stato effettivo del sistema dei controlli interni, se lo stesso risponda a reali criteri di effettività e non sia diventato, invece, un fatto rituale, gestito con logiche consociative ed autoreferenziali;
o all'efficacia dei controlli effettuati dal Consiglio sull'attività dell' Esecutivo;
o alla effettiva distinzione tra politica e dirigenza, con la realizzazione del principio di responsabilità della seconda e non l'instaurarsi di logiche consociative che sono l'anticamera dell'affarismo e dell'illegalità;
o allo stato degli istituti di democrazia partecipativa attivati dall'amministrazione.
- di inserire nel regolamento per le attività contrattuali del Comune di Narni l'obbligo di richiedere l'informativa prefettizia per le società che intendono investire nel territorio narnese, in collaborazione o in partenariato con il comune di narni
- di rendere nota al consiglio comunale l'informativa prefettizia per quelle società che intendono investire nel territorio narnese.
Alfonso Morelli – Capogruppo PRC-SE
Al Sindaco del Comune di Narni
Agli Assessori competenti
Al Presidente del Consiglio Comunale
Narni lì 09/10/2008
OGGETTO: misure di prevenzione alle infiltrazioni malavitose negli appalti pubblici e nell'economia locale
Le cronache degli ultimi mesi hanno dimostrato come l'Umbria non sia purtroppo immune ad infiltrazioni malavitose. Le attività di camorra e 'ndrangheta nel territorio umbro dimostrano l'ampiezza e la pervasività delle organizzazioni criminali e gli intrecci perversi tra attività illegali e iniziative economiche apparentemente legali. Un fenomeno di estrema gravità che non ha risparmiato purtroppo neanche i piccoli centri della nostra Regione.
Libera Umbria, ormai da cinque anni, sottolinea la presenza nella nostra regione della malavita organizzata. Alla criminale attività delle filiali di mafia, 'ndrangheta e camorra si può far risalire la maggior parte del narcotraffico in Umbria, del controllo dei subappalti nell'edilizia, ma anche di reati come il pizzo fino a pochi anni fa sconosciuti nel nostro territorio. Umbria come terreno da controllare ma anche su cui investire come hanno dimostrato i sequestri e le confische di beni operate dalla Antimafia.
Legambiente Umbria da anni continuava a dare l'allarme su tali fenomeni di infiltrazioni. Il rapporto sulle ecomafie evidenzia che la nostra regione, a dispetto della convinzione di molti, non è più immune da infiltrazioni di ecocriminalità organizzata, con i settori più permeabili e già permeati: il traffico dei rifiuti ed il ciclo del cemento.
CittadinanzAttiva, da sempre impegnata in battaglie contro la corruzione nella Pubblica Amministrazione, è promotrice di una legge dello Stato che estende agli imputati di tali delitti il sequestro preventivo dei beni già previsto per i reati di mafia.
Il territorio narnese è e sarà nei prossimi anni oggetto di numerose espansioni edilizie e di grandi insediamenti commerciali forse al di sopra delle proprie esigenze. La necessità di tali numerosi insediamenti, soprattutto commerciali per l'appunto, sembrano difficilmente concepibili con l'attuale popolazione ed il relativo reddito pro capite.
Per questo motivo è estremamente necessario che anche il Comune di Narni si attrezzi con tutti i mezzi a disposizione affinché:
- sia scongiurata ogni forma di infiltrazioni malavitosa nel territorio narnese e nelle attività pubbliche;
- si difendano tutte le attività economiche ed imprenditoriali sane presenti nel nostro comprensorio;
- si difenda il patrimonio economico pubblico.
Premesso ciò si chiede al Consiglio Comunale di approvare il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Le cronache degli ultimi mesi hanno dimostrato come l'Umbria non sia purtroppo immune ad infiltrazioni malavitose. Le attività di camorra e 'ndrangheta nel territorio umbro dimostrano l'ampiezza e la pervasività delle organizzazioni criminali e gli intrecci perversi tra attività illegali e iniziative economiche apparentemente legali. Un fenomeno di estrema gravità che non ha risparmiato purtroppo neanche i piccoli centri della nostra Regione.
Per tali considerazioni si impegnano il Sindaco e la Giunta del comune di Narni:
- di istituire una commissione di inchiesta per verificare nel proprio ente lo stato dei presìdi contro l'illegalità e l'affarismo con particolare attenzione:
o allo stato effettivo del sistema dei controlli interni, se lo stesso risponda a reali criteri di effettività e non sia diventato, invece, un fatto rituale, gestito con logiche consociative ed autoreferenziali;
o all'efficacia dei controlli effettuati dal Consiglio sull'attività dell' Esecutivo;
o alla effettiva distinzione tra politica e dirigenza, con la realizzazione del principio di responsabilità della seconda e non l'instaurarsi di logiche consociative che sono l'anticamera dell'affarismo e dell'illegalità;
o allo stato degli istituti di democrazia partecipativa attivati dall'amministrazione.
- di inserire nel regolamento per le attività contrattuali del Comune di Narni l'obbligo di richiedere l'informativa prefettizia per le società che intendono investire nel territorio narnese, in collaborazione o in partenariato con il comune di narni
- di rendere nota al consiglio comunale l'informativa prefettizia per quelle società che intendono investire nel territorio narnese.
Alfonso Morelli – Capogruppo PRC-SE
martedì 7 ottobre 2008
sabato 4 ottobre 2008
11 ottobre: l'opposizione è nelle nostre mani
I dati sulla manifestazione
* E’ promossa da 200 primi firmatari del mondo associativo, politico, culturale e della società civile
* L’appuntamento è per le ore 14 a Piazza della Repubblica e vi sarà un corteo (con percorso da definire) che arriverà a Piazza della Bocca della Verità
* Si stanno organizzando in tutta Italia comitati promotori locali che organizzeranno pullman e treni speciali
* La manifestazione è autofinanziata. Il conto per le sottoscrizioni è: IT41T – 08327 – 03210 – 000000011653 intestato ad “Associa”, causale “11 ottobre”
* Ai primi firmatari si sono già aggiunti – in pochi giorni – migliaia di sottoscrittori online ed ai primi banchetti che si sono tenuti.
* Domenica 5 ottobre giornata straordinaria per l’11 ottobre, in tutta Italia si terranno banchetti ed iniziative
* Sul sito – da questa mattina - abbiamo attivato “Io vengo perché…” per far lasciare ai visitatori una traccia del loro passaggio e per far spiegare il perché della loro partecipazione alla manifestazione.
* Sul sito è possibile scaricare il banner da pubblicare sui propri siti e blog
* Altre iniziative – in puro stile web 2.0 – saranno previste per diffondere l’iniziativa su social network (Youtube, facebook, myspace…) e blog e portali
* In piazza delle Bocca della Verità sarà allestito un palco per la chiusura della manifestazione. Si decideranno nei prossimi giorni le modalità.
* E’ stato attivato un numero di telefono per fornire tutte le informazioni necessarie: 06 45481197
SONO STATI ORGANIZZATI BUS GRATUITI CHE PARTONO DA NARNI E TERNI.
PER ADESIONI SCRIVERE A rcnarni@gmail.com prcterni@gmail.com gcterni@gmail.com
oppure telefonare allo 3498347382 o 3929708632
Appello
Un’altra Italia. Un’altra Politica.
Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un’Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano, in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l’emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali enei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.
Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l’hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente,
ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un’altra idea
di società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle persone. E’ una risposta che non può tardare ed è l’unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale e
politica.?Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un’opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi :
1.. riprendere un’azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell’Europa quale principale
protagonista di una politica che metta la parola fine all’unilateralismo dell’amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all’occupazione in Iraq e
Afghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione), ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;
2.. imporre su larga scala un’azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita, il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismo
economico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli “omicidi bianchi” è necessario intensificare i controlli e imporre l’applicazione delle sanzioni
alle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro:
lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo; sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati; ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;
3.. respingere l’attacco alla scuola pubblica, all’Università alla ricerca e alla cultura, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva. E’ una vera e propria demolizione attuata attraverso un’azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti,
l’introduzione di processi di privatizzazione, e un’offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L’obiettivo della destra al governo è colpire al cuore le
istituzioni del welfare che garantiscono l’esercizio dei diritti di cittadinanza. L’affondo è costituito da un’ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;
4.. rispondere con forza all’attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne, riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell’autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio
pubblico e nelle scelte personali;
5..sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere piena cittadinanza alle richieste dei movimenti Gay Lesbici Trans Queer per la pari dignità e l’uguaglianza dei diritti, e a quelle relative alla scelta del proprio destino biologico;
6.. sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni., prima fra tutti l’acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un’idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un’idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell’esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al centro la massima efficienza nell’uso delle risorse e l’uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E’ fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico.
7.. contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili, a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l’immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.
Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un’opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese in
affanno. L’attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com’è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all’attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali).
Bisogna invece sapere cogliere il carattere sistematico dell’offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un’opposizione politica e sociale che abbia l’ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per “fare insieme”, al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.
Al tal fine proponiamo la convocazione per il 11 ottobre di un’iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un’iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all’avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.
www.11ottobreinpiazza.org
* E’ promossa da 200 primi firmatari del mondo associativo, politico, culturale e della società civile
* L’appuntamento è per le ore 14 a Piazza della Repubblica e vi sarà un corteo (con percorso da definire) che arriverà a Piazza della Bocca della Verità
* Si stanno organizzando in tutta Italia comitati promotori locali che organizzeranno pullman e treni speciali
* La manifestazione è autofinanziata. Il conto per le sottoscrizioni è: IT41T – 08327 – 03210 – 000000011653 intestato ad “Associa”, causale “11 ottobre”
* Ai primi firmatari si sono già aggiunti – in pochi giorni – migliaia di sottoscrittori online ed ai primi banchetti che si sono tenuti.
* Domenica 5 ottobre giornata straordinaria per l’11 ottobre, in tutta Italia si terranno banchetti ed iniziative
* Sul sito – da questa mattina - abbiamo attivato “Io vengo perché…” per far lasciare ai visitatori una traccia del loro passaggio e per far spiegare il perché della loro partecipazione alla manifestazione.
* Sul sito è possibile scaricare il banner da pubblicare sui propri siti e blog
* Altre iniziative – in puro stile web 2.0 – saranno previste per diffondere l’iniziativa su social network (Youtube, facebook, myspace…) e blog e portali
* In piazza delle Bocca della Verità sarà allestito un palco per la chiusura della manifestazione. Si decideranno nei prossimi giorni le modalità.
* E’ stato attivato un numero di telefono per fornire tutte le informazioni necessarie: 06 45481197
SONO STATI ORGANIZZATI BUS GRATUITI CHE PARTONO DA NARNI E TERNI.
PER ADESIONI SCRIVERE A rcnarni@gmail.com prcterni@gmail.com gcterni@gmail.com
oppure telefonare allo 3498347382 o 3929708632
Appello
Un’altra Italia. Un’altra Politica.
Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un’Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano, in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l’emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali enei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.
Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l’hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente,
ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un’altra idea
di società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle persone. E’ una risposta che non può tardare ed è l’unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale e
politica.?Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un’opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi :
1.. riprendere un’azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell’Europa quale principale
protagonista di una politica che metta la parola fine all’unilateralismo dell’amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all’occupazione in Iraq e
Afghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione), ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;
2.. imporre su larga scala un’azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita, il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismo
economico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli “omicidi bianchi” è necessario intensificare i controlli e imporre l’applicazione delle sanzioni
alle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro:
lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo; sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati; ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;
3.. respingere l’attacco alla scuola pubblica, all’Università alla ricerca e alla cultura, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva. E’ una vera e propria demolizione attuata attraverso un’azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti,
l’introduzione di processi di privatizzazione, e un’offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L’obiettivo della destra al governo è colpire al cuore le
istituzioni del welfare che garantiscono l’esercizio dei diritti di cittadinanza. L’affondo è costituito da un’ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;
4.. rispondere con forza all’attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne, riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell’autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio
pubblico e nelle scelte personali;
5..sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere piena cittadinanza alle richieste dei movimenti Gay Lesbici Trans Queer per la pari dignità e l’uguaglianza dei diritti, e a quelle relative alla scelta del proprio destino biologico;
6.. sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni., prima fra tutti l’acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un’idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un’idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell’esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al centro la massima efficienza nell’uso delle risorse e l’uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E’ fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico.
7.. contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili, a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l’immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.
Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un’opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese in
affanno. L’attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com’è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all’attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali).
Bisogna invece sapere cogliere il carattere sistematico dell’offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un’opposizione politica e sociale che abbia l’ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per “fare insieme”, al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.
Al tal fine proponiamo la convocazione per il 11 ottobre di un’iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un’iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all’avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.
www.11ottobreinpiazza.org
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